1 settembre 2011
Buon governo e cittadinanza responsabile. Accade a Matera
Le scuole di formazione (ma limitatamente al periodo estivo le troverete rubricate sotto un’altra definizione: summer school, un ossimoro interessante) sono un fenomeno noto e diffuso.
Centinaia le ricette possibili. Di lunga durata, brevissime, on the spot, online oppure offline: l’imbarazzo è solo (si fa per dire) nella scelta del dove/come/quando e, soprattutto, perché.
Se le prime tre varianti sono relativamente importanti, la quarta invece è fondamentale. Per chi come il sottoscritto ha avuto la fortuna di frequentarne tante e contemporaneamente la sfortuna di disporre di pochissimo tempo libero, l’elemento motivazionale rappresenta la discriminante essenziale per decidere se aderire.
E qui vengo al punto. In questi giorni si svolge a Matera la prima edizione di una summer schoool che, nelle premesse (ma anche nei fatti) sembrerebbe avere le carte in regola per garantirsi l’appeal necessario.
Di che si tratta? Presto detto. E’ una scuola in buon governo e cittadinanza responsabile. Organizzata da RENA, la rete per l’eccellenza nazionale, la scuola concilia un profilo più tradizionale con un approccio, una metodologia e uno spirito decisamente più innovativi.
Dei primi dirò brevemente. C’è la località suggestiva (Matera), l’aggregazione di eccellenze (sia dal lato docenti che da quello partecipanti) e c’è anche quel mix tra apprendimento, cultura e divertimento che non guasta e che forse garantisce il successo di questo genere di iniziative.
L’elenco delle novità invece è molto più lungo e articolato.
Primo, l’aggregazione delle eccellenze dal lato partecipanti è stato il frutto di un processo di selezione tra meritevoli. Trenta partecipanti per altrettante borse di studio a copertura totale delle spese. Ed è una piacevole eccezione alla regola. Lo sa chi le ha frequentate. Questo genere di scuole di solito costa cara.
Secondo, chi siede al di qua della cattedra e’ giovane, motivato e propositivo. Ci sono nomi noti ovviamente. Due su tutti, senza voler fare torto a nessuno: Bill Emmott e Massimo Cacciari. Nel numero però prevalgono nomi meno eclatanti – il che, per inciso,è un bene – ma non per questo meno preparati.
Terzo, la scuola mira alla realizzazione di un progetto concreto. Una piattaforma digitale utile ai cittadini per partecipare alla formazione delle politiche pubbliche, sul territorio della Basilicata. Le perplessità sugli strumenti elettronici di democrazia partecipativa le lascio da parte, una volta tanto (avendone voglia ne trovate cenno qui). In questa sede credo sia utile sottolineare la novità rispetto a offerte formative simili, ma di fatto pensate per una fruizione passiva di chi partecipa.
Infine, RENA non e’ un centro di formazione o una scuola nel senso proprio del termine. Non ha nemmeno una sede fisica vera e propria. E’ piuttosto un network libero al quale afferiscono tante persone e tanto diverse tra loro. Se dovessi sforzarmi a trovare l’elemento comune direi intuitivamente che sono i curricula eccezionali degli aeronauti, come si chiamano tra loro. In realtà il vero collante è la visione condivisa di un impegno attivo nel miglioramento proprio e degli altri, declinato all’interno di una cornice complessa: l’Italia.
Proprio lei, la visione. Una parola bella e impegnativa. Per questo ho pensato che scrivere brevemente della scuola potesse essere utile. perché oltre ai migliori auguri per la buona riuscita del progetto, credo che iniziative di questo tipo siano indispensabili alla formazione di funzionari pubblici, studenti, accademici, attivisti e liberi professionisti.
Attenzione: non parlo di tanti percorsi formativi quante sono le categorie professionali che ho elencato. Tutto il contrario. Parlo di un singolo percorso strutturato per unire le competenze diverse di chi partecipa, ambizioso al punto da sperare di trarre dall’eterogeneità un prodotto omogeneo e, soprattutto, a confezionare un risultato concreto. Servono coraggio e molta visione per riuscirci.
A giudicare dalle premesse e dalle competenze gli ingredienti li abbiamo tutti.
La ricetta è tutta lì. Ora si tratta di dosare sale e pepe.
Ps. Per chi ne volesse sapere di piu’ le informazioni sono sul sito ufficiale dell’associazione, su facebook, su twitter (hashtag #RENASSchool).
Scritto il 12-9-2011 alle ore 15:36
si è parlato di democrazia partecipativa. Un grande evento. Dovrebbero esserci molti più eventi del genere.
Si sono viste anche le nuove tecnologie di supporto alla democrazia 2.0.
http://WWW.aidyourcity.com, openpolis e molti altri servizi sviluppati nell’ultimo periodo in Italia