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Postilla » Diritto » Il Blog di Gianluca Sgueo » Diritto amministrativo » To plain or not to plain – la crociata di Obama per semplificare il burocratese nelle agenzie federali statunitensi

27 aprile 2011

To plain or not to plain – la crociata di Obama per semplificare il burocratese nelle agenzie federali statunitensi

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Mentre il governo italiano approva il Programma Nazionale di Riforma (PNR) e, quantificando in 21 miliardi e mezzo di Euro il costo complessivo della burocrazia italiana (carte, documenti, adempimenti formali, ecc.) per le imprese, promette una riduzione degli oneri, l’amministrazione Obama procede con intenzioni bellicose nella stessa direzione: disegnando la road-map della semplificazione del linguaggio.

Cosa c’entrano il PNR, i costi che sopportano le imprese italiane per far fronte alla burocrazia e il programma statunitense sul plain language? Apparentemente poco, in realtà moltissimo.

1) Per cominciare – e scrivo una cosa scontata – i costi burocratici sono determinati anche dalla difficoltà di comprensione della modulistica da parte delle imprese. Una difficoltà di comprensione dovuta, spesso, all’uso di un linguaggio farraginoso e ricco di terminologia tecnica. Un disservizio che, a sua volta, ha un costo economico. la CGIA (Associazione Artigiani Piccole Imprese Mestre) ha provato a quantificarlo. Le stime rivelano che, per il solo adempimento degli oneri fiscali, le imprese italiane impiegano in media 285 ore, contro le 197 della Spagna. Quello del risparmio, peraltro, è anche il punto di partenza del piano Obama per la semplificazione del linguaggio. In sostanza: “Scrivere meglio per risparmiare soldi e far risparmiare ai contribuenti”.

2) il PNR insiste ripetutamente sulla necessità di snellire alcune procedure amministrative, soprattutto quelle che interessano i piccoli imprenditori, per facilitare l’avvio di nuove iniziative (le start-ups) o agevolare le imprese già avviate. Accade lo stesso per l’amministrazione Obama che, a dire il vero, di provvedimenti sulla semplificazione burocratica ne ha prodotti già tanti (per esempio nel recovery plan del 2009 contro la crisi). Stavolta però il mezzo per agevolare gli imprenditori (e non solo) è diverso e mirato: facilitare la piena e rapida comprensione dei documenti amministrativi. é per questa ragione che l’Office of Management and Budget in aprile ha pubblicato le linee guida per l’attuazione del plain writing indicando le tipologie di atto interessate dalla semplificazione. Si tratta di tutta la modulistica (tra cui quella relativa al pagamento delle tasse), di tutti i documenti che informano su come accedere ai servizi pubblici e, più in generale, di tutti i documenti che comunicano informazioni al pubblico.

Su una cosa il PNR e il programma di Obama per il plain Language divergono. Il PNR (direi non sorprendentemente) non dedica un solo cenno all’opportunità di migliorare la comunicazione da parte delle amministrazioni verso le imprese. Nel dilemma amletico del to be or not to be (plain) il governo italiano opta per la soluzione negativa. Per semplice dimenticanza o in virtù di una di volontà precisa è poco importante. Giocoforza, il governo italiano slega gli incentivi alla produttività dal cambio di rotta rispetto al linguaggio delle pubbliche amministrazioni.

Cos’altro prevede il programma di Obama? Secondo la road map il percorso si articola in tre passaggi, ai quali corrispondono altrettanti adempimenti per le agenzie federali. La prima scadenza è fissata per la fine di luglio 2011. Per allora ciascuna agenzia dovrà aver nominato un dirigente responsabile per la semplificazione del linguaggio, aver creato un’apposita sezione sul proprio sito web, aver avviato corsi di formazione per i funzionari e, infine, aver pubblicato un primo rapporto che dia conto dei progressi compiuti. La seconda scadenza è prevista per la fine di ottobre 2011. Entro questo termine le agenzie dovranno aver riscritto tutti i documenti usando le regole del plain writing. Per finire, entro l’aprile del 2012 il programma di semplificazione del linguaggio dovrà essere portato a compimento. In questa fase è previsto il coinvolgimento dei cittadini nel giudizio sui risultati ottenuti e nella definizione degli obiettivi per l’anno successivo. La partecipazione potrà essere sviluppata attraverso l’uso di nuove tecnologie, facebook e twitter per esempio.

A giudicare dalle informazioni rese disponibili dal governo (si trovano qui) l’attuazione del piano procede a gonfie vele. Si attendono almeno tre risultati importanti. Anzitutto, il risparmio della spesa pubblica, garantito dalla riduzione del contenzioso e del flusso di richieste di informazioni da parte dei cittadini. In secondo luogo, la possibilità di modificare le piante organiche delle agenzie, destinando i funzionari che oggi sono impegnati nella gestione della mole considerevole di relazioni con il pubblico a mansioni diverse. Ultimo, ma non meno importante, dovrà essere l’indice di gradimento nei confronti dell’operato del governo da parte di imprenditori e cittadini. A proposito: quest’ultimo è anche uno degli obiettivi sul quale insiste il PNR.

Letture: 7132 | Commenti: 1 |
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Un commento a “To plain or not to plain – la crociata di Obama per semplificare il burocratese nelle agenzie federali statunitensi”

  1. claudia ascione scrive:
    Scritto il 16-5-2011 alle ore 13:09

    A mio parere, l’assenza nel PNR di parti dedicate della comunicazione istituzionale dello Stato verso le imprese, si potrebbe spiegare agevolemente con la presenza di altri strumenti che l’Europa dedica alla tutela delle PMI: lo Small Business Act su tutti. Questo documento programmatico è organizzato in varie sezioni tra cui spicca quella della garanzia di maggiore intellegibilità dei testi normativi (e non solo)predisposti dagli Stati (a tutti i livelli) per le PMI come prime destinatarie dei provvedimenti. La recente riforma dello SBA la dice lunga su come il riscontro tra ciò che era stato auspicato e ciò che si è raggiunto sia deludente, mi chiedo allora se sia utile appesantire un documento di così ampio respiro come il PNR che tocca temi di stabilità economica, convergenza tra regioni, coesione sociale con un ulteriore obiettivo (per quanto lodevole) che è già previsto in altri documenti e verso cui gli sforzi delle amministrazioni dovrebbero esser già tesi.

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